Con l’intervista al nostro ex studente Nicola Marrano, sbarca anche sul web la nuova rubrica del periodico di Villa NazarethVN OFF. Dopo l’università, nelle professioni e nella società contemporanea” curato da Rosarita Digregorio e dall’Associazione Comunità Domenico Tardini.

Nicola Marrano

Nicola Marrano nasce a Bari nel 1986. Entra a Villa Nazareth come studente non residente nel 2005. Nel 2011 consegue la laurea Magistrale in Biotecnologie Mediche e Medicina Molecolare e nel 2015 il Dottorato di Ricerca in Biotecnologie Applicate ai Trapianti di Organi e Tessuti. Dal 2011 a oggi, la sua attività di ricerca si è incentrata sullo studio dei meccanismi molecolari alla base dell’insorgenza e della progressione del diabete mellito di tipo 2, presso il laboratorio di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo dell’Università degli Studi di Bari, diretto dal Prof. Francesco Giorgino, sotto la supervisione della Prof.ssa Annalisa Natalicchio. Nel 2017, grazie alla pubblicazione scientifica “The Myokine Irisin Is Released in Response to Saturated Fatty Acids and Promotes Pancreatic β-Cell Survival and Insulin Secretion”, è stato insignito dalla Società Italiana di Diabetologia del premio “Umberto Di Mario” per la miglior scoperta in campo diabetologico del 2017 effettuata da un ricercatore under 35. Per la medesima scoperta, ha ottenuto, insieme al Prof. Francesco Giorgino e la Prof.ssa Annalisa Natalicchio, un brevetto nazionale attualmente in fase di estensione in Europa e negli USA.

Oltre alla ricerca scientifica, la sua passione per la scrittura l’ha portato a pubblicare due romanzi (“Finché Amore non ci Separi”, 2015, Edizioni Leucotea; “Non c’è il Mare nella Conchiglia”, 2017, Eretica Edizioni) e un racconto breve (“Lust”, 2017).

La ricerca medica in Italia: cenerentola nei fondi, ma regina di scoperte e novità… Come si spiega questa alchimia?
La risposta è una sola: le università italiane sfornano ricercatori di altissimo profilo. Questo è un dato che fa rabbia: immaginate quale sarebbe il livello della ricerca italiana se solo si decidesse di investire in essa impedendo la “fuga dei cervelli”, che è un fenomeno reale e sconfortante. 

Quali motivazioni occorrono per lavorare in un gruppo di ricerca di così alto profilo come il tuo, in cui i risultati richiedono pazienza e tempi spesso lunghi?
La ricerca scientifica richiede passione, dedizione e preparazione. Niente può essere lasciato all’improvvisazione. Il nostro ultimo studio è durato circa sei anni. Questo periodo è stato caratterizzato da alti e bassi. Solo con la caparbietà e con la giusta guida si possono superare gli ostacoli e raggiungere risultati importanti.

Quali sono le principali speranze che possono nutrire oggi i malati di diabete, spesso definita malattia del benessere o dell’Occidente?
Oggi, in Italia, ci sono circa 3,5 milioni di persone affette da diabete e il trend è in costante crescita. La speranza viene dalla ricerca: i nuovi farmaci messi in commercio sono sempre più in grado di gestire la malattia, con sempre meno effetti collaterali.