In un mondo sempre più “liquido”, come lo definisce Zygmunt Bauman, dove le persone sono costantemente alla ricerca di nuove forme di appartenenza e di espressione e si adoperano per trovare modi sempre più immediati per distinguersi o integrarsi in un contesto in rapido mutamento, il tema della moda diventa imprescindibile. Non solo perché rappresenta un linguaggio simbolico che riguarda l’individuo, ma soprattutto perché è un fenomeno culturale con radici antiche che da tempo permea ogni aspetto della società moderna, dalla sfera politica e pubblica a quella domestica e privata.
Ciononostante, oggi la moda è anche un’industria multimiliardaria che contribuisce in modo significativo all’inquinamento del nostro pianeta e, forse più di altri settori, necessita di essere ripensata. Il seminario “La sovrana dell’effimero. Cosa ha da dirci oggi la moda?”, che si terrà l’11 e il 12 aprile a Villa Nazareth, si propone di esplorare l’affascinante, complesso e controverso sistema della moda da una prospettiva multidisciplinare.
L’11 aprile, Antonio Mancinelli, giornalista, scrittore e critico di moda, insieme a Maria Cristina Marchetti, professoressa di Sociologia dei fenomeni politici alla Sapienza Università di Roma, approfondiranno come la moda non solo sia una forma di espressione personale e di testimonianza dei tempi, ma anche come si intrecci con la politica e la rappresentazione simbolica del potere. Il 12 aprile, Silvia Gambi, giornalista e podcaster, e Dario Casalini, imprenditore e divulgatore, affronteranno invece l’aspetto più oscuro del fenomeno, analizzando i pericoli del fast fashion e l’urgenza di una moda sostenibile.
“La sovrana dell’effimero” è quindi un titolo provocatorio che lancia una sfida, invitandoci a riflettere: quanto può la moda, spesso considerata qualcosa di superficiale da delegare a scintillanti passerelle e a riviste patinate, diventare invece una nuova chiave di lettura per comprendere noi stessi, la società che ci circonda e la nostra storia? Senza dubbio, come afferma il filosofo Svendsen, “stiamo parlando di uno dei fenomeni fondamentali del mondo moderno” e, come tale, va trattato.
