Sabato 1° giugno 2024, a Santa Cristina di Paulilatino, si è svolto l’incontro del gruppo Sardegna. La visita all’omonimo Parco archeologico naturalistico, seguita da un momento conviviale, è stata occasione per programmare le attività del Gruppo e per riflettere sull’importanza di essere parte di una comunità che ha fatto del rispetto per l’altro uno dei suoi punti cardine.
La scelta del complesso archeologico di Santa Cristina come luogo per l’incontro non è casuale. Collocato a ridosso della Strada Statale 131, il Parco – con il tempio a pozzo, la chiesetta campestre e i due villaggi (nuragico e cristiano) adiacenti – offre un esempio interessante di sincretismo religioso. La convivenza nel medesimo luogo di elementi solo all’apparenza inconciliabili testimonia infatti, da un lato, il succedersi nel tempo di popoli e culture differenti all’interno dei medesimi spazi e documenta, dall’altro lato, la continuità con cui tali popoli e culture hanno riconosciuto e preservato la sacralità dei luoghi che sono oggi parte del Parco archeologico naturalistico.
Risalgono al XVI secolo a.C., infatti, i resti del nuraghe e del vicino villaggio posto all’interno del complesso, mentre è di qualche millennio successivo (XI sec. a.C.) il celebre pozzo a tholos, uno degli esempi più significativi di tempio a pozzo rinvenuti in Sardegna. In quello di Santa Cristina, una scala monumentale dà accesso alla camera sotterranea sul cui fondo è presente, ancora oggi, l’acqua di una falda perenne. Poco distante, nel cuore del villaggio cristiano, si erge invece la Chiesa di Santa Cristina, la cui esistenza è documentata già all’inizio del XII sec. I monaci camaldolesi del vicino monastero di Santa Maria di Bonarcado la edificarono nella stessa area in cui, in epoca nuragica, le popolazioni del luogo praticavano il culto delle acque e i vari rituali connessi a esso. La chiesetta è ancora oggi centro di festeggiamenti religiosi: in onore di Santa Cristina la seconda domenica del mese di maggio, e dell’Arcangelo Raffaele (chiamato San Serafino dalla comunità paulese) nella quarta domenica del mese di ottobre.
La spiccata ricerca di un contatto con il divino che, nel corso dei millenni, ha caratterizzato da prospettive differenti le aree che sono oggi parte del Parco è ciò che ha permesso la sopravvivenza
e la vitalità dell’insediamento. Ed è anche ciò che, per il gruppo Sardegna, ne ha fatto il luogo ideale d’incontro nel segno dei valori di Villa Nazareth. Nei programmi del Gruppo, la riflessione apertasi a Santa Cristina sul rispetto per l’altro, sulla convivenza pacifica e costruttiva tra singoli e culture, sul riconoscersi nelle diversità saranno un nuovo punto di partenza per rafforzare la propria presenza culturale e non solo sul territorio isolano.