“Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»; il tuo voltoSignore, io cerco.  Non nascondermi il tuo volto”. 

Sono questi i versetti di uno dei Salmi più belli, tutto centrato sulla relazione con il Padre, sul bisogno insopprimibile dettato dalla ricerca del suo volto, della sua immagine, specialmente nel momento dell’inguaribile smarrimento e della drammatica solitudine.

Proprio questi versetti sono tornati alla memoria, nel cuore e nella mente di quanti hanno preso parte, domenica 14 gennaio, alla visita alla Chiesa di Dio Padre Misericordioso a Tor Tre Teste, una gemma del modernismo contemporaneo collocata nella profonda periferia romana.

Il parroco della comunità della chiesa di Dio Padre Misericordioso, don Federico Corrubolo, illustra la storia del progetto pensato dall’architetto Meier

L’incontro con il suggestivo spazio architettonico pensato dall’architetto americano Richard Meier, innalzato nell’anno santo giubilare del 2000, caratterizzato originariamente da un assoluto aniconismo, e con i parrocchiani convocati da don Federico Corrubolo, ha consentito ai partecipanti di interrogarsi sul rapporto, spesso conflittuale, fra la sbrigliata fantasia creatrice delle archistar e le esigenze liturgiche di una comunità orante.

Massimo Moretti, vicepresidente dell’Associazione Comunità Domenico Tardini, interviene nel corso del dibattito

Grazie alle testimonianze del parroco, dell’inconografa Sr. Maria Giuseppina di Salvatore, Figlia della Madonna del Divino Amore, e dell’artista Claudia Rapetti, la delegazione dell’Associazione Comunità Domenico Tardini ha avuto modo di vivere un pomeriggio ricco di spunti di riflessione, godendo dell’amichevole accoglienza di una comunità in ascolto e in cammino.